Il nostro è un lavoro fatto anche di viaggi e durante i viaggi ti trovi inevitabilmente a pensare. Quando pensi, pensi a te e a quello che stai vivendo, a quello che hai vissuto e a quello che eventualmente potrà essere il tuo futuro. Oggi mi rendo conto di essere un genitore di 53 anni con una figlia di 3 e quindi mi sono ritrovato a pensare: riuscirò a vedere i miei nipoti e nel caso li riesca a vedere a rapportarmi come fa un nonno e quindi a viziarli, a giocare con loro, a parlarci e raccontargli delle storie, cercando di dare consigli che non verranno sicuramente ascoltati, a spiegargli anche questo buffo movimento di sentimenti che è la vita.

La vita, la mia vita, per come l'ho vissuta , per dove l'ho vissuta, per gli anni che l'ho vissuta , per chi l'ha vissuta con me. Insomma poter riuscire a comunicare a due generazioni interposte, che poi, di solito, dovrebbe essere il mestiere dei nonni con i nipoti.

Questo mi ha portato a creare un ponte con lo spettacolo precedente, praticamente ricominciando da dove abbiamo finito, ma con una domanda in più. Per immaginarmi di poter parlare ai miei nipoti, penso sia fondamentale adeguarmi ai tempi, o perlomeno provare ad usare, se non il loro linguaggio perlomeno le loro tecnologie, cosciente che domani comunque saranno vecchie.

Quindi, ho pensato di lasciare un “videomessaggio” che possa spiegare ed eventualmente interagire con i miei possibili futuri nipoti. E per farlo, l'unico modo che conosco, è farlo davanti ad un pubblico.