Prodotto da MIC International Company, l’acclamato kolossal, che nelle passate stagioni
ha incantato i principali teatri italiani con ripetuti sold out, si rianima di nuova potenza e
straordinaria bellezza.
Il più grande racconto dell’animo umano, della sua miseria e della sua potenza, tra vizi,
peccati e virtù che non conoscono l’usura del tempo, riprende la forma dello spettacolo di
voci, danze e tecnologia in un allestimento così straordinario da far guadagnare a La Divina
Commedia Opera Musical la Medaglia d’oro dalla Società Dante Alighieri, il titolo per
ben due volte di Miglior Musical al Premio Persefone edizione 2019 e edizione 2020, e
la partecipazione istituzionale nel 2021 con il riconoscimento del Senato della Repubblica, il patrocinio del Ministero della Cultura nel 2021, oltre al sempre costante patrocinio morale della Società Dante Alighieri. Successo, riconoscimenti e presenze di grandissima valenza.
Per la regia di Andrea Ortis, che assieme a Gianmario Pagano ha curato anche i testi,
con le musiche composte da Marco Frisina.
Inferno, Purgatorio e Paradiso: proiezioni immersive in 3D inondano il pubblico e lo
immergono nell’immensità sublime che solo il padre della lingua italiana ha saputo creare
nelle tre cantiche. E in questo viaggio teatrale, dove la tecnologia è elemento essenziale
della narrazione, tutti gli spettatori, anche i più giovani, possono ammirare, comprendendola appieno, la grandezza del Sommo Poeta.
L’edizione 2024 si arricchisce di numerose novità a completamento di testi innovativi e
quadri scenici realizzati e pensati dal regista e dal team creativo per rendere l’opera musical
un moderno kolossal teatrale:
• nuovi effetti tecnologici di luci e proiezioni, ancor più evoluti e sorprendenti, che
dipingono la scena con quadri in 3D in continuo mutamento;
• nuovo cast
• nuova voce narrante

Sinossi
Dante nell’immortalità della sua opera che continua a essere la più potente descrizione
dell’animo umano, per peccati, debolezze, paure e ossessioni. Dante e il suo viaggio senza
tempo che va avanti da più di sette secoli, la Divina Commedia. In essa il Poeta si ritrova
ad affrontare e superare una prova che mai nessuno aveva concepito prima, l’attraversamento da uomo dei tre regni ultraterreni: l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso. Nel primo,
naviga tra le rovine spaventose della dannazione eterna: è una discesa agli inferi senza
ritorno. Nel Purgatorio, il percorso è inverso: c’è la possibilità dell’espiazione con il passaggio definitivo al Paradiso, dove una donna, la sua Beatrice, è il volto della luce e l’ancora al
cui pensiero lui si aggrappa nei momenti di maggiore sconforto. La Divina Commedia Opera
Musical sviluppa il cammino allegorico e segue Dante nella ricerca tormentata di se stesso
in un’epoca che per confusione morale e politica lui non vuole accettare. Lo spettacolo utilizza diversi linguaggi espressivi nel segno tracciato dal padre della lingua italiana. Il Dante
viaggiatore in scena diventa la proiezione fisica della sua voce e rappresenta la maturità
dell’irrequieto e sofferente poeta che, a metà della sua vita, ha trovato nella scrittura la salvezza. Ricorda così, con tenerezza, lo smarrimento e la paura provati di fronte a una selva
oscura e a tre fiere: è l’incipit del capolavoro che sul palcoscenico viene “sfogliato” come un
libro animato. Dante, scortato e rincuorato dalla guida di Virgilio, suo maestro e suo autore,
passa, girone dopo girone, nell’Inferno, dai tormenti della Città di Dite ai sospiri dell’amore
infedele, ma eterno, di Francesca; dai mari tempestosi e mortali di Ulisse alle foreste pietrificate di Pier delle Vigne fino ai laghi ghiacciati dove sconta la sua condanna nelle tenebre
più fitte il conte Ugolino. Usciti «a riveder le stelle», oltre Lucifero, Virgilio conduce Dante in
Purgatorio. È il teatro della seconda cantica, luogo costruito dalla fantasia dantesca con una
logica perfettamente antitetica all’Inferno: coperto di boschi, è un monte che sale e via via
si stringe. Ne è custode Catone, che Dante elegge a simbolo di libertà. In Purgatorio incontra
la cortesia di Pia de’ Tolomei e poi, sulla punta più alta del colle, il sorriso felice di Matelda.
Sarà quest’ultima, non potendo Virgilio andare avanti, ad accompagnare il poeta fiorentino
verso l’incontro finale con Beatrice, in Paradiso dove regna «l’Amor che move il sole e l’altre
stelle». La visionaria regia di Andrea Ortis dà allo spettacolo un potere avvolgente, di crescente tensione. Le musiche di Marco Frisina si fondono ai testi di Gianmario Pagano e
Andrea Ortis. Le scene mobili costruite sui disegni di Lara Carissimi portano il pubblico in
un’atmosfera magica rafforzata da proiezioni in 3D di ultima generazione. Splendide le coreografie acrobatiche di Massimiliano Volpini nella preziosa cornice delle luci di Valerio Tiberi e delle proiezioni di Virginio Levrio.
Descrizione Spettacolo
All’inizio dello spettacolo, Dante si ritrova solo nella selva, assalito da dubbi e incertezze.
Maria anima il mondo. La relazione tra la donna e l’uomo dà un senso alle perplessità intime
e che dà inizio al viaggio del poeta. Il suo cammino però viene interrotto bruscamente dall’incontro con le fiere. È Virgilio, consegnato alla scena da un’apparizione carica di mistero a
prendere per mano Dante, conducendolo, con fermezza e protezione paterne, all’interno del
Purgatorio. Insieme vengono traghettati dall’eccentrico Caronte, uomo grottesco e visibilmente folle che schernisce malamente le anime che traghetta verso le sponde opposte
dell’Acheronte. La sua enorme barca in scena color petrolio è mortifera, immersa in una
palude dai riflessi color petrolio. È Caronte che apre le porte a una sequela di straordinari
incontri. Dante conoscerà Francesca da Rimini, incarnazione formidabile della passione
amorosa che nel peccato di lussuria trova la propria dannazione, costretta a vivere nella
tempesta infernale e irrimediabilmente abbracciata all’amato Paolo. Alla compassione per
chi morì d’amore, segue il terrificante passaggio attraverso la città di Dite, in cui l’aggressione di demoni infernali, volanti, o striscianti, minaccia l’avanzata di Dante. Sempre al
fianco del suo amato Maestro Virgilio, il poeta fiorentino approda nella mortifera foresta dei
suicidi, che allo spettatore appare pietrificata, lugubre. Qui avviene l’incontro con Pier delle
Vigne, altro personaggio storico, accusato in vita di tradimento: suicidatosi a causa di un
onore irrimediabilmente compromesso, si presenta a Dante come tronco, impressionante
immagine di sterilità e negazione della vita. Solo Dante riuscirà ad animarlo, anche se per
poco, dandogli la possibilità di raccontare col canto la propria pena. Dante, profondamente
scosso dalla crudeltà dei destini con cui entra in contatto, acquisisce una nuova consapevolezza. Poco dopo incontrerà sul proprio cammino Ulisse. Il loro incontro sarà reso in scena
da contenuti visual animati in 3D. È il ghiaccio a chiudere il cerchio del passaggio infernale:
con Ugolino, Dante raccoglie la disarmante testimonianza di un padre che divora i propri
figli e ne rimane scosso e raggelato, tanto quanto la landa desolata all’interno della quale si
consuma l’incontro con l’ultimo dannato. Dopo le immagini a tratti opprimenti, dalle forti tinte
emotive del primo atto, Dante si ritrova immerso in uno scenario più rarefatto. Sulla spiaggia
del Purgatorio incontra Catone, che con il proprio racconto canta la forza morale di chi non
cedette al compromesso e si batté in modo integerrimo, in difesa della propria libertà di
pensiero contro Cesare. Tra sfumature cangianti e paesaggi carichi di magia, Dante si imbatte in una processione di anime in preghiera, tra cui vi è Pia de’ Tolomei, vittima di femminicidio ad opera del marito. Dopo un malinconico canto notturno che incornicia Dante e
Virgilio nell’unico momento di sosta lungo il viaggio, l’Angelo della Penitenza permette il
passaggio attraverso la Porta del Purgatorio. Così Dante e Virgilio incontrano gli amici poeti
Guido Guinizzelli e Arnaut Daniel. A illuminare come un faro nella notte il percorso, le brevi
e topiche apparizioni di Beatrice rinfrancano la fiducia di Dante, che adesso più che mai
percepisce prossimo l’avvicinamento, come spinto da una felicità ancora incosciente. Sarà
proprio Beatrice a distrarlo dal momento solo il viaggio. Da solo Dante approda dunque nel
paradiso terrestre, in cui la stravagante e leggiadra figura di Matelda lo conduce al fatidico
incontro con l’amata. Una solenne processione introduce e sancisce il momento emozionante in cui Beatrice diventa luce che rischiara e guarisce dalle tenebre, simbolo di
quell’Amor che move il sole e l’altre stelle, unica possibile chiave di accesso alla felicità:
solo nell’incontro con la donna e con l’amore, Dante - o meglio - l’uomo, ritrova se stesso,
scioglie i nodi della selva, e trova Dio.
Note sull’Opera
Medaglia d’oro SOCIETÀ DANTE ALIGHIERI
Premio Persefone MIGLIOR MUSICAL 2019 e 2020
Il valore di questo testo è nella sua modernità, nel patrimonio di identità culturale che porta
con sé, nella sua “Italianità”. È un caposaldo della nostra cultura italiana, come un quadro
di Caravaggio, come la Pietà di Michelangelo, così la “Divina Commedia” parla di noi, della
nostra cultura, intrisa di arte e genio. Tutto nella Comedia si riferisce al nostro tempo, che
può e vuole trovare nella sua storia una nuova linfa.