Quando penso a Michelangelo mi viene in mente un pugile. Non un pugile qualsiasi, ma il campione del mondo, quello che vince per 70 anni di fila. Una vita intera a combattere… con il potere, con il marmo, ma soprattutto con sé stesso.

Lo spettacolo riporta Michelangelo Buonarroti “sulla terra”, togliendolo dalla dimensione mitologica e libresca che troppo spesso accompagna i grandi artisti del passato. Tra capolavori, aneddoti e fragilità, viene raccontato Michelangelo uomo e non solo l’artista che ha fatto grande la Firenze dei Medici e la Roma del secondo Cinquecento.
Michelangelo dal carattere duro come il marmo e Michelangelo che si commuove, Michelangelo artista che combatte come un pugile sul ring anche quando le circostanze sembrano avverse. E non si arrende. Mai. Nemmeno quando s’innamora.
In scena Carlo Vanoni, attore performatico che entra ed esce dal personaggio, che si accompagna con la chitarra elettrica e proietta immagini avvalendosi di tecnologie video, tenendo saldo il filo di una narrazione in grado di sovvertire i luoghi comuni e di stupire. Tutto questo per restituirci ciò che Michelangelo era: il più grande professionista al servizio del potere, in un’epoca in cui il potere non poteva fare a meno dell’arte.